Il James Webb Telescope raggiunge finalmente la sua orbita

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Il James Webb Telescope raggiunge finalmente la sua orbita

Il James Webb Telescope arriverà nella sua orbita prevista proprio oggi, 24 gennaio, dopo un mese di viaggio, a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra.

Un mese dopo il decollo da Kourou, in Guyana, il James Webb Space Telescope arriverà a destinazione oggi. Dopo una terza e ultima manovra, la macchina dovrebbe entrare in orbita nel secondo punto di Lagrange, L2, a 1,5 milioni di chilometri dal nostro pianeta. 

In questa posizione, il telescopio James Webb ruoterà con la Terra attorno al Sole e non attorno alla Terra, come fa il telescopio Hubble” , ha descritto Pierre Ferruit, co-scienziato capo dell’Agenzia spaziale europea, durante il lancio lo scorso dicembre.

A differenza di Hubble, che non può osservare in modo permanente, l’intero cielo sarà accessibile nel corso di un anno con il James Webb Telescope.

Una volta a destinazione, sono previsti cinque mesi di messa in servizio: un periodo durante il quale verranno testati il ​​telescopio e tutti i suoi strumenti, prima di lanciare la raccolta di immagini scientifiche nell’estate del 2022.

Prevista una durata di circa dieci anni, la missione del telescopio dovrebbe effettivamente essere in grado di durare quasi vent’anni, secondo gli ingegneri della NASA.

Come racconta il sito specializzato Ars Technica, gli ingegneri e i tecnici coinvolti in tutta la catena di produzione dei componenti del razzo Ariane 5 hanno sempre messo da parte la parte migliore lavorata, in particolare per il razzo che trasportava il James Webb Telescope.

Questo coinvolgimento del know-how industriale ha consentito alla traiettoria pianificata di attenersi alla traiettoria ideale. E quindi meno piccole propulsioni per allineare il telescopio al punto L2, risparmiando carburante.

Perché se gli strumenti scientifici del James Webb Telescope sono alimentati da pannelli solari, la macchina ha comunque bisogno di carburante per mantenere la sua posizione nello spazio.

Il telescopio infatti non sarà esattamente nel punto di Lagrange, che è stabile, ma in orbita attorno ad esso. Orbita che deve essere costantemente riadattata, grazie ai propulsori. A 1,5 milioni di chilometri dalla Terra non è prevista alcuna missione di rifornimento.

Per conversare con il loro protetto così lontano all’ombra della terra, gli specialisti si affidano alle antenne radio orientabili del telescopio e alla rete “Deep Space” sulla Terra. Le operazioni, svolte da Baltimora negli Stati Uniti, riuniscono squadre internazionali che si alternano 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

foto@Wikimedia

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