Cardiologia, l’italiana Aranzulla tra le migliori cardiologhe del mondo

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Cardiologia italiana Aranzulla tra le migliori cardiologhe del mondo

Non è certo una novità che nel settore della cardiologia il nostro paese è un’eccellenza: l’Italia infatti è “un punto di riferimento all’interno della Società europea di cardiologia (Esc), la più importante realtà scientifica di settore al mondo, e il nostro Paese in termini di qualità e quantità di contributi scientifici risulta ai primi posti, numericamente solo dietro alla Germania, su 56 Nazioni incluse.

Anche grazie ai nostri esperti, che collaborano con team internazionali altrettanto preparati, è stato reso possibile il grande sviluppo tecnologico della cardiologia valvolare e dei dispositivi biologici per la stenosi aortica, che hanno ridotto il ricorso all’intervento chirurgico e che rappresenta un’opportunità in più per molti pazienti.

Progressi importanti negli ultimi anni ci sono stati anche nell’elettrostimolazione e per altre valvulopatie, dettati dal progresso tecnologico che sta davvero cambiando la vita dei malati.

L’Italia può vantare grande esperienza e professionalità nell’area della cardiologia interventistica, che si può definire di eccellenza. Ogni anno si effettuano circa 350.196 procedure diagnostiche tra cui coronografie, angiografie periferiche, cateterismo cardiaco destro e sinistro, 156.055 angioplastiche coronariche (di cui 36.876 in corso di infarto acuto), 16.569 angioplastiche periferiche, 2.092 valvoplastiche, 1.070 riparazioni percutanee di insufficienza valvolare mitralica, 3.848 chiusure percutanee di difetti cardiaci congeniti. E sono oltre 270 i centri di emodinamica presenti su tutto il territorio nazionale.

Ed un’ulteriore conferma dell’eccezionalità dei nostri esperti arriva in queste ore: è appunto italiana una delle dieci cardiologhe migliori del mondo intero.

Tiziana Claudia Aranzulla è stata selezionata durante il convegno internazionale ‘Complex Cardiovascular Catheter Therapeutic’, svoltosi in Florida; una occasione per celebrare il contributo delle donne in una disciplina ritenuta per tradizione maschile, per la complessità e per i carichi di lavoro.

La dottoressa Aranzulla, classe 1976, lavora da dieci anni al Mauriziano di Torino ed, è stata selezionata per partecipare al premio, e nella relazione che ha presentato alla commissione ha trattato il tema delle tortuosità coronariche delle donne portando un caso di angioplastica su una paziente ultraottantenne.

“L’argomento trattato da Aranzulla, unica italiana tra le selezionate, riguarda una delle caratteristiche peculiari delle coronarie femminili: le tortuosità coronariche. Le pazienti donne, infatti, spesso presentano coronarie più sottili, fragili e tortuose. Tali caratteristiche sfavorevoli peggiorano con l’età delle pazienti e questi riccioli coronarici possono tendere numerose insidie anche all’interventista esperto”, comunica in una nota l’ospedale Mauriziano di Torino. Aranzulla ha illustrato come prevedere e superare tali insidie mostrando un caso di angioplastica effettuato su una paziente ultraottantenne, che ha offerto numerosi snodi decisionali.

Una vita di dedizione al lavoro la sua, come ha raccontato lei stessa a Vanity Fair: «Mi sono laureata molto presto, e ho sempre messo al primo posto, nella scala di priorità, il lavoro. Quando il sabato notte, alle tre, tornavo da un’urgenza e vedevo i miei coetanei rientrare dalla discoteca, capivo che non avrei mai potuto avere una vita “normale”. Ma la mia è fatta di un mix di passione, dedizione e amore per questo lavoro».

Ma il  riconoscimento appena ricevuto l’ha ripagata di tanti sacrifici: «Sono tornata piena di nuovi stimoli e allegria. Ma non considero questo riconoscimento un traguardo. È piuttosto uno sprono a fare ancora di più, e ancora meglio. I veri traguardi, per me, sono quelli di tutti i giorni. Quando finisci una procedura complessa e va tutto bene, quando i pazienti ti incontrano nei corridoi e ti salutano come se tu fossi la persona più importante della loro vita, quando ti arriva a Natale un messaggino di qualcuno che ti dice che non ti dimenticherà mai, quando i pensionati mi raccontano che, quando passano davanti all’ingresso dell’ospedale, mi mandano un saluto augurandomi buon lavoro».

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