Anonymous all’attacco della polizia americana
In America ormai da giorni vanno avanti le proteste innescate a seguito della morte di George Floyd, l’afroamericano schiacciato dal ginocchio dell’agente di polizia Derek Chauvin.
Gli scontri con la polizia si moltiplicano, come anche i feriti e purtroppo spuntano anche le prime vittime.
La situazione si infiamma ora dopo ora, ed è destinata a peggiorare ulteriormente ora che ha deciso di scendere in campo anche Anonymous.
Il gruppo di cyberattivisti ha infatti deciso di supportare i manifestanti con diverse azioni.
In primis ha compiuto una serie di azioni dirette a colpire la polizia di Minneapolis, la città del Minnesota in cui è stato ucciso Floyd: gli attivisti si sono introdotti nel sistema radio della polizia di Chicago e hanno diffuso la canzone “Fuck the police” sulle frequenze utilizzate dagli agenti per comunicare tra loro.
“Agenti che uccidono persone e commettono altri reati devono rispondere dei loro atti come tutti noi. Altrimenti, crederanno di avere il diritto di fare ciò che vogliono. Si dirà che questa è opera di poche mele marce. Ma che dire degli agenti che non fanno nulla mentre vengono commessi crimini e dei dipartimenti di polizia che rifiutano di perseguire questi criminali? La gente ne ha avuto abbastanza di questa corruzione e della violenza compiuta da un’organizzazione che promette di proteggere. Il mondo finalmente si sta svegliando”, ha dichiarato un rappresentante di Anonymous.
Nel pomeriggio di ieri poi hanno alzato la posta in gioco diffondendo un documento del 2016 che associa il presidente Donald Trump a Jeffrey Epstein, l’imprenditore statunitense finito sotto processo per traffico internazionale di minori, arrestato e morto in carcere in circostanze ancora poco chiare nell’agosto del 2019.