Differenze formati immagini

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Ecco una tabella di confronto tra i vari formati di foto e immagini trovata in rete :

BMP. (Bitmap Windows) E’ il formato più utilizzato, quello predefinito di Windows. Non è compresso, e occupa più spazio di tutti, tuttavia è molto veloce ad essere caricato/salvato, e in caso di necessità si può archiviare con buoni risultati tramite i vari programmi di archiviazione riducendo lo dimensioni occupate di circa il 50-55%.

GIF. E’ il formato che per anni è stato il più diffuso per le immagini fino ad 8 bit (256 colori), essendo abbastanza compresso. Per questioni di copyright e della necessità sorta alcuni anni fa di pagare un tassa per il salvataggio in tale formato (tassa che doveva essere pagata dai programmi che avevano l’opzione di salvare in GIF), è caduto un po’ in disuso per le immagini statiche (rimane ancora utilizzato per piccole animazioni, come quelle dei banner pubblicitari).

PNG. Nacque per sostituire il GIF quando questo divenne a pagamento, e in effetti è superiore al GIF in compressione (le immagini occupano meno spazio). Supporta ottimamente anche le immagini a 24 bit. Il suo limite principale era la velocità di salvataggio, molto lenta per immagini molto grandi, ma oggi con gli attuali processori questo limite è praticamente azzerato. Riesce a comprimere di circa il 50% un’immagine BMP.

TGA (o Targa, a 24 o 32 bit), PICT (diffuso in ambiente Macintosh), PSD e PSP (rispettivamente i formati di lavoro di Adobe PHOTOSHOP e Corel PaintShop, in cui le immagini sono salvate nei vari strati o layer), oltre ai vari formati RAW delle fotocamere digitali (sia lossy che no lossy).

JPG (o JPEG) E’ attualmente il formato più diffuso al mondo. Praticamente ogni programma di grafica di qualsiasi piattaforma lo supporta. Al pari del formato mp3 per l’audio, si può impostare a piacimento il livello di compressione (basta agire sui parametri di salvataggio dei programmi di grafica); a compressione maggiore corriponde un maggior degrado di qualità, a compressione inferiore, un degrado minimo o pari a zero. In genere le immagini scure o con basso contrasto sono quelle che si riesce a comprimere meglio, mentre quelle con alti contrasti, o soprattutto con l’abbondanza di colore rosso, richiedono un compressione inferiore, pena un eccessivo degrado. Tanto per fare un esempio, un’immagine a 24 bit che richieda 13 MB in formato BMP, può essere salvata in JPG in meno di 500 kb senza che ci si accorga di alcuna perdita si qualità (a meno di un’analisi dettagliata).

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