Vittorio Veneto, l’omicidio maturato giocando a Second Life
Purtroppo negli ultimi anni la cronaca ci ha raccontato storie allucinanti in cui vita reale e virtuale si mischiavano al punto da non essere più scindibili, soprattutto da chi ha una mente fragile e problemi psicologici, portando gli stessi a macchiarsi di gesti anche atroci, senza averne concreta contezza.
Ed a quanto pare anche il brutale omicidio di Vittorio Veneto ne è l’ennesima testimonianza: il 57enne dalle due avevano che avevano sviluppato un rapporto molto stretto su “Second Life”, impersonando il ruolo di madre e figlia, e l’uomo era ormai considerato un intruso tra loro.
La piattaforma online dal 2003 permette di costruire un avatar e vivere una vita parallela immaginando di essere chi si vuole.
Ricordiamo che l’uomo è stato assassinato nella notte tra giovedì 18 e venerdì 19 luglio, prima preso a bastonate e poi soffocato.
Le donne, all’arrivo dei carabinieri, hanno ammesso l’omicidio, ma l’hanno giustificato dicendo che l’uomo le aveva aggredite.
Ed invece probabilmente l’uomo era diventato un intruso nel rapporto, morboso, delle due, tanto da portarle a “eliminarlo”.
Il gip De Stefani ha definito il rapporto tra le due donne “di sudditanza psicologica”, tale che entrambe potrebbero uccidere chiunque possa intromettersi tra loro due. Ed è per questo che il giudice ha disposto per loro il carcere, escludendo l’attenuante di legittima difesa.