Rave party, tecnologia ma anche alcol e droghe?
Se alcol droga e musica è un trittico non certo moderno, che ha tenuto banco e ha appassionato i più nei secoli, è anche vero che ci sono delle “mode” moderne che uniscono il tutto in degli “eventi” al limite del legale.
Negli ultimi anni, ad esempio, si sono diffusi i cosiddetti “rave party”, feste estreme che hanno preso piede soprattutto nel nord del nostro paese, seguendo l’esempio di molti paesi europei e d’oltreoceano.
Generalmente organizzate in luoghi isolati, spesso zone industriali abbandonate e lontane dalla città e da occhi indiscreti, i rave sono manifestazioni organizzate senza chiedere alcuna organizzazione, con centinaia di ragazzi invitati tramite il passaparola.
Il termine fa riferimento alla parola inglese “rave” che letteralmente significa “delirio”, e difatti in questi eventi si cerca appunto il delirio, lo “sballo”, attraverso la musica “sparata” a volume assurdo, ed il consumo eccessivo e smodato di alcol e droghe.
Possono durare poche ore ma nella maggior parte dei casi si protraggono per giorni, finché i partecipanti sono talmente stremati da non riuscire più a reggere il ritmo dell’evento, anche con l’uso di eccitanti.
L’accesso è libero, come anche “l’etichetta” da rispettare: nessuna regola, nessuna norma, tutto è permesso, fino alle più estreme conseguenze.
In Italia è legale organizzare un rave party e non è necessario chiedere prima autorizzazioni al Comune o al Questore, a patto però che all’interno non avvengano atti illeciti e a fine di lucro: condizioni non proprio facili da rispettare considerando i quantitativi di droghe ed alcol che i partecipanti maneggiano fino a rischiare addirittura la loro stessa vita.