Huawei ha deciso di intentare causa al governo americano
Nelle ultime settimane abbiamo visto come il presidente americano Donald Trump ha portato avanti la sua guerra contro Huawei, senza esclusione di colpi, facendogli terra bruciata intorno.
A causa dell’ostracismo del governo americano, il colosso cinese ha perso importantissime collaborazioni, rischiando di ritrovarsi persino senza un sistema operativo per i propri smartphone.
Ma ora ha scelto di passare al contrattacco: il gigante della telefonia ha infatti chiesto a un tribunale statunitense di ritenere incostituzionale il divieto imposto da Washington alle aziende Usa di acquistare le proprie apparecchiature di rete per motivi di sicurezza nazionale, citando i legami della società con il governo e con l’intelligence cinese.
Questa nuova mozione depositata dai legali di Huawei presso la Corte Distrettuale degli Stati Uniti (Eastern Discrict del Texas) si colloca nell’ambito della preesistente procedura giudiziaria attiva il 6 marzo scorso dal produttore contro l’NDAA. L’azione legale precedeva il provvedimento adottato dal Governo Trump il 16 maggio scorso che ha inserito il nome di Huawei nella “Entity List” del Dipartimento del Commercio USA, ovvero l’elenco delle aziende straniere che non possono avere rapporti commerciali con quelle statunitensi.
“Il governo degli Stati Uniti non ha fornito alcuna prova che Huawei costituisca una minaccia per la sicurezza, solo supposizioni”, ha detto il legale della compagnia, Song Liuping.
La decisione degli Stati Uniti “crea un precedente pericoloso” che danneggerà “miliardi di consumatori”, ha affermato ancora Song Liuping, secondo il quale il bando commerciale statunitense provocherà “danni diretti” anche a oltre 1.200 aziende americane, con conseguenze su decine di migliaia di posti di lavoro.