WhatsApp si avvia verso i pagamenti online
App e utilità. WhatsApp verso i pagamenti, funzione Payments già in rete per inviare e ricevere denaro ai e dai propri contatti
Un’altra utilità si aggiunge a Whatsapp, la celebre applicazione di messaggistica istantanea che si arricchisce anche della possibilità d’inviare ai propri contatti anche denaro attraverso un sistema di pagamenti elettronici. In una nuova versione beta (quindi in fase sperimentale) dell’applicazione per Android sarebbe stato avvistato in rete il supporto a Payments, un sistema di pagamento sfruttabile dagli utenti. Dovrebbe trattarsi di una modalità per trasferire denaro tramite UPI (Unified Payments Interface), da banca a banca: insomma, oltre ai messaggi gli utenti potranno inviare su WhatsApp anche denaro ai propri contatti.
Un servizio che l’app WeChat offre già in Cina. WhatsApp, quindi, seguirebbe la strada già presa per ora solo negli Stati Uniti da Facebook Messenger, altra app dell’universo di Mark Zuckerberg. Indiscrezioni sui pagamenti via WhatsApp erano già emerse ad aprile scorso, grazie al sito indiano The Ken, poiché era sembrato che il lancio della funzione dovesse avvenire in via sperimentale proprio in quel Paese.
Secondo le rilevazioni qualche giorno fa, WhatsApp ha raggiunto il traguardo di un miliardo di utenti giornalieri, che salgono a 1,3 miliardi su base mensile. Nel febbraio 2016 la società, di proprietà di Facebook, aveva invece reso noto il raggiungimento del miliardo di utenti attivi mensilmente. Ogni giorno, ha fatto sapere WhatsApp sul suo blog, gli utenti si scambiano 55 miliardi di messaggi. Le foto condivise quotidianamente sono 4,5 miliardi; 1 miliardo i video.
L’applicazione supporta al momento 60 lingue. Ed ora, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, con questa nuova utility, manifesta l’intenzione di entrare ulteriormente nella vita quotidiana dei propri utenti. Ci auguriamo, quindi, che i trasferimenti avvengano in tutta sicurezza e che sia completamente rispettata la privacy e i dati di chi ne usufruisce.
fonte@Sportello Dei Diritti